SdS - Scuola dello Sport, n° 122

ANNO EDIZIONE: 2019
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista SdS - Scuola dello Sport
PAGINE: 72

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DESCRIZIONE

Luglio/Settembre 2019
GIGANTI DELLO SPORT - Pietro Corcella
Quarant’anni di record e non sentirli

LO SPORT SI RACCONTA - Gianni Bondini
Ci vediamo a Tokyo 2020

FEDERAZIONI  - Gianni Bondini, Simone Corbetta
Federazione Italiana di Atletica Leggera

PSICOLOGIA DELLO SPORT
Alberto Cei
Psicologo dello sport: nuove tendenze e sviluppi professionali.
I nuovi percorsi, dalla psicologia della prestazione alla psicologia 4.0.
Questo contributo intende analizzare i principali ambiti professionali verso cui si sta indirizzando la psicologia dello sport. I contesti di lavoro sono oggi molto più` ampi che nel recente passato, e` quindi necessario che gli psicologi dello sport non solo operino correttamente nello sport di prestazione ma siano pronti a intervenire in ambiti meno tradizionalmente esplorati che possono rappresentare interessanti e valide opportunità` di impiego professionale. Tale presentazione permette anche di evidenziare in modo chiaro come solo chi e` abilitato a svolgere la professione di psicologo può soddisfare le richieste complesse provenienti dagli ambiti più` tipici di questo lavoro, legate alla prestazione sportiva e alle nuove esigenze che si stanno affermando nel mondo dello sport. In particolare, questo articolo analizzerà i seguenti ambiti: psicologia dello sport e psicologia della prestazione, il ruolo dello psicologo nell’attività sportiva giovanile, la gestione dello stress generato dalle prestazioni sportive, psicologia dello sport e salute mentale degli atleti, disabilità, sport e psicologia, la diffusione dello stile di vita fisicamente attivo per lo sviluppo del benessere e la psicologia dello sport 4.0.

 
PSICOLOGIA DELLO SPORT
Maria Cristiana Sberna, Maria Francesca Piacentini, Roberta De Pero
La paura nella ginnastica artistica
Lo standard delle prestazioni di alto livello nella ginnastica artistica è aumentato nel corso degli anni, così come le sue esigenze. Gli allenamenti e le competizioni, quindi, possono generare continue situazioni stressanti dovute sia alla pericolosità delle richieste tecniche che alla continua necessità di incrementare la difficoltà del gesto tecnico stesso; le atlete possono essere pertanto portate a vivere una serie di sentimenti negativi, come lo stress, l’ansia o la paura. Quest’ultima, ampiamente trattata in letteratura attraverso numerosi studi scientifici, fornisce una chiave di lettura di come questi atleti identifichino la paura e di come si impegnino nel superarla. Dagli studi è emerso come la paura dell’infortunio, di fallire e la paura nei confronti del proprio allenatore possano causare dei veri e propri blocchi psicologici che, se non prevenuti o giustamente trattati, incidono fortemente su quella che è la buona prestazione di un atleta e, in casi più estremi, possono portare anche al definitivo abbandono della pratica sportiva.

FISIOLOGIA DELLO SPORT
Aurelio Trofè
Microsaccadi e strategie visive nello sport. Focus sulla ricerca
In questo breve articolo si approfondirà il tema delle strategie visive utilizzate dagli atleti nelle varie situazioni sportive e si cercherà inoltre di fare il punto sullo stato dell’arte della ricerca scientifica per quel che concerne i movimenti oculari microsaccadici, e nello specifico, della loro influenza nello sport. Dopo una prima parte introduttiva, riguardante una breve sintesi sui movimenti oculari saccadici e microsaccadici, si svilupperà il tema centrale dell’articolo con l’approfondimento del ruolo esercitato dalle microsaccadi nello sport, spiegando i possibili legami esistenti fra le stesse e la prestazione. A seguire, verrà approfondito il tema delle strategie visive utilizzate dagli atleti di molteplici discipline, analizzando se e quali siano gli elementi comuni, nonchè la loro efficacia sulla performance.

ALIMENTAZIONE E SPORT
Alexandra Schek
I grassi negli sport di resistenza. Aumentano o riducono le prestazioni?
A differenza dei carboidrati e delle proteine, per i quali sono previste delle raccomandazioni di assunzione in grammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno per gli atleti di resistenza, le linee guida per l’assunzione di grassi continuano ad essere espresse in percentuale di valore energetico (En%). La dieta dovrebbe fornire tra il 20 e il 30% di grassi, tenendo conto di un sano apporto di acidi grassi. Le strategie nella fase che precede la competizione, chiamate fat loading acuto o cronico (con o senza successiva ricostituzione delle riserve di glicogeno), volte ad aumentare la disponibilità di acidi grassi, si traducono in realtà in un’ossidazione accelerata degli acidi grassi, senza tuttavia migliorare le prestazioni di resistenza. Nel peggiore dei casi, le prestazioni possono addirittura essere compromesse, ad esempio nel caso dello sprint intermedio e finale ad elevata intensità. L’uso di integratori alimentari che dovrebbero aumentare la disponibilità di acidi grassi non è raccomandato.

SPORT PARALIMPICO
Marjolaine Astier, Arnaud Faupin, Didier Pradon, Thierry Weissland
I dispositivi al servizio della performance e della salute dei diversamente abili in carrozzina
Qualcosa che la natura nella sua infinita diversità non aveva previsto. Gli esseri umani, come tutte le altre specie, sono stati in grado di evolversi e di adattarsi nel corso della loro storia mettendo in opera delle strategie fisiche o cognitive per far fronte agli imperativi del loro ambiente e delle loro attività. Un esempio è la locomozione, che ha visto gli esseri umani passare alla posizione eretta. In questo processo, gli arti inferiori hanno dovuto evolversi per sostenere la nuova sfida. A differenza di questi ultimi, gli arti superiori sono strutture anatomiche che, filogeneticamente parlando, non sono stati concepiti per supportare gli elevati livelli di forza e ripetitività di movimento richiesti dalla propulsione manuale su sedia a rotelle (MRT). L’uso frequente degli arti superiori può quindi portare ad una eccessiva sollecitazione delle strutture miotendinee, osteoarticolari e nervose, e principalmente delle loro articolazioni e della schiena. Si tratta di disturbi muscoloscheletrici (DMS), che si manifestano più comunemente provocando dolore, ma anche rigidità e/o perdita di forza. I DMS, fonte di ulteriori sofferenze rispetto a quelle causate dai problemi motori, riducono l’autonomia e hanno un costo umano e finanziario significativo.

SPORT GIOVANILE SCOLASTICO
Paolo Seclì
Promozione dell’educazione fisica nella scuola primaria. I Quaderni di Sport di Classe (parte terza)
Nella terza parte dell’articolo vengono illustrate le nuove proposte contenute nei Quaderni di Sport di Classe – Volume 2. Il Progetto nazionale Sport di Classe – promosso e realizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) – è destinato alla promozione dell’Educazione fisica e sportiva nella scuola primaria, e propone un importante percorso formativo destinato ai tutorsportivi scolastici e agli insegnanti di classe. Si tratta di una vera e propria formazione continua articolata su base pluriennale che si sviluppa su “focus formativi” che approfondiscono ogni anno nuove tematiche dal punto di vista teorico-pratico a supporto di quanti operano a scuola con gli alunni, per ampliarne per ampliarne il bagaglio delle conoscenze e competenze.

A SCUOLA DELLO SPORT
Francesco Anesi, Rossana Ciuffetti, Marisa Fernandez Estebani, Laura Maffei, Francesca Sanzone  
“Women, Leadership & Sport”
Come pensare al futuro dello sport? “Women, Leadership & Sport” rappresenta un circolo virtuoso, una “finestra di opportunità” (direbbero gli anglofoni) ed un potenziale inespresso al tempo stesso. Per questo abbiamo pensato fosse giunto il momento di riflettere su questi tre punti focali, che si interfacciano e determineranno il futuro dello sport. Abbiamo orchestrato da “dietro le quinte” un workshop internazionale su “Women, Leadership & Sport”, che si è svolto a Roma, presso la Scuola dello Sport in collaborazione con Trentino Sviluppo il 13 giugno 2019 e da “dietro le quinte” vogliamo proporre una riflessione sulla costruzione di un workshop internazionale, una retrospettiva metodologica ed alcune prospettive.

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