Le qualità necessarie ad un istruttore di nuoto

Di Danilo Selvaggini



Insegnare, educare al movimento, allenare, richiede da parte dell’istruttore un notevole bagaglio di competenze tecniche ed esperienze; in altre parole, deve avere una conoscenza approfondita e consapevole degli argomenti da trattare, che gli permetta di destreggiarsi al meglio nel proprio ambito professionale.
Nello specifico il tecnico deve essere in grado di:
essere padrone delle aree di conoscenza dell’insegnamento del nuoto;
saper organizzare i lavori del gruppo, in rapporto alle effettive capacità dello stesso;
sapersi rapportare, in maniera cordiale,con i genitori, i colleghi, i dirigenti, gli assistenti bagnanti, ecc.;
saper pianificare gli spazi occorrenti al proprio gruppo nel rispetto delle capacità degli allievi e della loro sicurezza;
dimostrare fiducia, competenza, fermezza e professionalità;
essere costantemente informato ed aggiornato sulla programmazione del lavoro.

Per quanto concerne il modo di relazionarsi con gli allievi, l’istruttore dovrebbe essere in grado di:
• avere almeno una piccola conoscenza di nozioni di psicologia, fisiologia e metodologia;
relazionarsi in maniera individuale con ciascun allievo, considerando il fatto che presentano fra di essi molte differenze;
spingere ogni allievo ad ottenere sempre il massimo, rapportato alle differenti capacità degli stessi, incoraggiandoli e spronandoli per poterlo ottenere;
garantire ad ogni allievo il proprio successo personale, ciò gli permetterà di conquistare il rispetto, la fiducia e l’affetto dello stesso;
rendere consapevoli gli allievi delle loro capacità e dei loro limiti, senza comunque esaltarli o mortificarli;
aiutare gli allievi a stabilire una buona socialità nei rapporti con il gruppo;
• prima di iniziare ogni lezione avere ben in mente la progressione didattica che andrà a proporre;
utilizzare, sempre, dimostrazioni e spiegazioni rapportate all’età degli allievi cercando, comunque, di variare continuamente il lavoro per mantenere costantemente viva l’attenzione.

L’istruttore, inoltre, dovrebbe essere in grado di conoscere ed applicare correttamente le teorie dell’insegnamento del nuoto, e di fissare con precisione gli obiettivi generali e specifici.

L'organizzazione della lezione di nuoto
La lezione di nuoto, che generalmente ha cadenza bisettimanale, di solito ha la durata di cinquanta minuti circa.
Essa si distingue in cinque fasi:
• Fase di riscaldamento a secco di circa 5 minuti
• Fase di introduzione di circa 5 minuti
• Fase di consolidamento circa 10 minuti
• Fase centrale di apprendimento di circa 25 minuti
• Fase ludica di circa 5 minuti

Sarà possibile apportare modifi che a questa suddivisione temporale, poiché si potrebbero verificare delle circostanze che costringono ad aumentare il tempo di una fase piuttosto che di un’altra.

Fase di riscaldamento a secco
Viene svolta sul piano vasca con movimenti morbidi volti alla mobilità articolare, possibilmente tendenti a mimare, fuori dall’acqua, quelli che poi dovranno essere ripetuti in vasca. Questa fase, oltre che ad un condizionamento organico, serve specialmente ai principianti, a stemperare la tensione che precede l’inizio della lezione.

Fase di introduzione
È quella di inizio di lezione in acqua; in questa fase vengono effettuate quelle esercitazioni che già appartengono al patrimonio motorio dei bambini; essa sarà utile ad aumentare l’autostima ed a predisporre positivamente l’allievo ad affrontare i nuovi insegnamenti.

Fase di consolidamento
Parte di lezione nella quale si ripropongono rapidamente le esperienze motorie provate nelle precedenti sessioni, in modo da affi nare gradualmente le coordinazioni grezze e renderle sempre più precise ed automatiche.

Fase centrale di apprendimento
Rappresenta la parte più sostanziosa della lezione, in termini di tempo, nella quale si potranno proporre esercitazioni volte all’acquisizione di nuovi schemi motori. È chiaro, come è stato più volte sottolineato, che l’istruttore deve avere già bene in mente il tipo di lavoro da proporre agli allievi, e deve valutarlo e graduarlo in rapporto alle capacità degli stessi ed agli obiettivi didattici che vogliono essere raggiunti nella lezione. È importantissimo che nulla venga lasciato al caso, ma che segua un nesso logico predefinito dall’istruttore prima della lezione.

Fase ludica
Costituisce la parte finale della sessione didattica nella quale vengono riproposte, in maniera giocosa, tutte le esercitazioni più significative della lezione che, espletate in forma ludica,  tenderanno ad accrescere la socializzazione tra gli allievi del gruppo e a lasciare un buon ricordo del lavoro appena eseguito.

Per saperne di più: Insegniamo a nuotare, di Danilo Selvaggini. Perugia: Calzetti e Mariucci, 2020.